Tumore della vescica, di 6mila casi in Europa collegati con l'acqua del rubinetto

feb 17, 2020
Una recente ricerca scientifica ha analizzato, per la prima volta, l'acqua dei rubinetti, rispetto ai livelli contenuti al suo interno di sostanze utilizzate per disinfettarla e renderla potabile.
Si è evidenziato che c'è una correlazione tra i tumori alla vescica e l'acqua bevuta dal rubinetto: in particolare, in Italia, i casi di tumore alla vescica, legati all'acqua del rubinetto, sono l'1,2%.

Europa: il 5% dei casi in è attribuibile all'acqua potabile

Lo studio, portato avanti dall'Institute for Global Health di Barcellona, uscito su Environmental Health Perspectives, ha ricercato nell'acqua potabile la presenza di sostanze nocive, per vedere se esisteva una connessione tra i casi di tumore alla vescica e quest'ultime. I ricercatori hanno analizzato nel dettaglio le sostanze utilizzate per la disinfezione dell'acqua del rubinetto, quelle che permettono l'eliminazione dei batteri. Si è visto che le sostanze come dibromoclorometano, bromoformio, cloroformio e bromodiclorometano (tutti sottoprodotti a base di cloro), possano essere la causa del 5% dei tumori alla vescica in Europa.

L'analisi è stata effettuata sull'acqua potabile di 26 Nazioni dell'Unione Europea, mettendola in relazione con l'incidenza dei tumori alla vescica: in particolare si è giunti alla conclusione che i trialometani sono la possibile causa di circa 6.500 casi ogni anno tra questi Paesi, e quasi la metà si potrebbero evitare rispettando i limiti imposti dall'Unione Europea.

I trialometani presenti nell'acqua: cosa causano?

Come già detto, l'esposizione continua ai trialometani è stata associata al rischio di contrarre un tumore alla vescica. La ricerca non ha ancora dimostrato una relazione tra causa ed effetto, ma i dati statistici riportano che il 5% dei casi è attribuibile a queste sostanze. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha introdotto nel gruppo 2B - ovvero quello che classifica le sostanze possibilmente cancerogene - sia i trialometani, che il cloroformio e il diclorobromometano. Per queste sostanze, oltre a questo studio che ha notato una correlazione con i tumori alla vescica, non esistono ancora delle ricerche che evidenzino la cancerogenicità in uomini e animali. Il bromoformio è invece classificato in lista 3, ovvero come sostanza non cancerogena per l'essere umano: gli indizi che queste sostanze siano cancerogene c'è, ma ancora non è stato dimostrato con prove scientifiche sufficientemente valide.

L'indagine in Europa e in Italia 

Il livello medio di trialometani riscontrati nell'acqua potabile dei 26 Paesi europei, è risultato essere di 11,7 microgrammi per litro. Olanda e Danimarca sono i Paesi con i valori più bassi di trialometani, e conseguentemente con il più basso numero di casi attribuibili di tumori alla vescica, quasi lo 0%; diversamente, Irlanda, Malta e Cipro sono stati i Paesi con le percentuali più alte, rispettivamente 17,2%, 17,9% e 23,2%. 

L'Italia ha riportato una media di 3,1 microgrammi di trialometani per ogni litro d'acqua, con un incidenza di tumori, legati a questo aspetto, del 1,2%, molto più bassa rispetto alla media europea. Più di trecento casi di tumori alla vescica in Italia, su 30 mila che si verificano ogni anno, sarebbe attribuibile all'acqua potabile, ed in particolare a queste sostanze. Tutto sommato, secondo lo studio, in Italia la situazione è positiva e la qualità delle acque è sostanzialmente buona.
Anche se fortunatamente la situazione in Italia non è preoccupante, questa ricerca ha posto l'attenzione sull'utilizzo delle sostanze atte a disinfettare l'acqua, soprattutto per gli altri Paesi Europei. La disinfezione dell'acqua è un intervento fondamentale, che permette di eliminare batteri pericolosi per la salute umana, per questo motivo è necessario continuare con la ricerca.

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